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TITOLO 6-16 Giochi svelati
AUTORE : Camilla / Koburg
DS: 63770.8
DT:8/10/2386
LUOGO Utopia Planitia
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*** USS Wayfarer, Ponte Ologrammi, D.T. 8/10/2386 ore 19.20 ~ D.S. 63770.8 ***
“Ti prego…basta…mi sta venendo da vomitare…” disse Astir passandosi una mano tra i capelli e sbuffando rumorosamente.
Alix gli tirò uno schiaffetto sulla mano, fissandolo “Non capisco come mi ostini ad essere tua amica. A volte sei empatico come un Borg…”
“Non è una questione di essere empatici o non empatici. Quanto ancora dobbiamo stare qui?”
“Siamo appena arrivati” protestò lei.
“Non dovevamo giocare a poker?”
“Possiamo farlo qui” gli sorrise dolce, nascondendosi subito dopo dietro un elegante ventaglio di seta. Lui alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa “Avevo in mente uno scenario più consono al posto di…” allargò un braccio intorno “questo!”
Alix sgranò gli occhi azzurri, sbattendo le ciglia “Cosa c’è che non va?”
“Come fa il tuo gelido fidanzato a non mettere le mani intorno a quel collo sottile e stringere fino a quando non diventi blu come Noll? Ma ti sembra che qui si possa giocare a poker?” fece una pausa, alzandosi dalla sedia e girandosi, infastidito, verso un orchestra che suonava “solo a te poteva venire in mente di fare un salto sul Titanic…”
Anche lei si mise in piedi, lisciandosi il vestito verde scuro in perfetto stile 900. “Ok… che cosa avevi in mente? Spero non ancora le saune Halsany…nemmeno quello mi è sembrato un ambiente consono.”
Lui incrociò le braccia al petto, guardandola serio “Il tenente Ristea mi ha aiutato a creare un nuovo programma… Los Angeles, 1920, pieno proibizionismo...” lasciò in sospeso la frase facendo su e giù con la fronte.
Alix inarcò un sopracciglio “Rimango sempre stupita dalla tua conoscenza banditesca della storia terrestre.”
Astir continuò “Giochiamo direttamente con Al Capone!”
“AL CAPONE?” rispose facendo un passo indietro “Tu sei fuori di testa. Perché non anche Jack lo squartatore?” gli voltò le spalle e con passo deciso uscì dall’enorme sala da pranzo, sbucando sul ponte principale appena battuto dalla brezza dell’oceano.
La luna, bellissima, si stagliava opalescente sopra le loro teste come una regina incontrastata.
Lui le fu subito dietro “D’accordo niente Al Capone…Vuoi che programmi Roberto Wood?”
Si fermò di scatto, lui le caracollò addosso e per poco non investirono due gentiluomini che passavano di li.
“Scusami, ma te lo devi proprio togliere questo vizio di fermarti di scatto… prima o poi ti farai male.”
“Si chiama Robin Hood…ROBIN HOOD, non Roberto Wood… e non ce lo vedo a giocare a poker con noi… anche se con quella tutina verde aderente…” scoppiò a ridere “stai avendo una brutta influenza su di me, lo sai?”
Lui la prese per le spalle nude avvicinando il viso al suo “Ti prego…Los Angeles…”
“D’accordo… ma il sigaro non lo fumo, nemmeno olografico…”
Lui le sorrise “Computer, programma Dorian-Astir L.A. 1920.”
Le griglie olografiche vibrarono qualche istante ed immediatamente si ritrovarono in mezzo ad un locale dall’aria losca piena di fumo e di gente dubbia. Alix abbassò lo sguardo, scosse la testa e fece schioccare le labbra “Computer… chiudi completamente gli spacchi del mio vestito, allunga verso il collo di quaranta centimetri la mia scollatura e abbassa i tacchi di cinque centimetri… Cancella anche il boa di struzzo fucsia e i guanti di raso fino al gomito.”
“Stavi così bene…” disse Astir sconsolato prendendola per mano e scortandola ad un tavolo ricoperto da un panno verde.
“Già, ma non sono Jessica Rabbit…”
“Chi è Jessica Rabbit? Qualche bocconcino della plancia?”
“Lascia stare… rabbrividisco al pensiero di che cosa ne potresti tirare fuori…”
Le spostò una sedia, invitandola ad accomodarsi, e poco dopo si guardarono attraverso il tavolo rotondo con un mazzo di carte al centro, ed una grossa lampada colorata a rischiarare debolmente intorno. La penombra avvolgeva tutto, simile ad un mantello leggero macchiato da isole di luce giallognola e sporca.
Alix chiuse gli occhi, respirando l’aria che sapeva di fumo, profumo dozzinale e sudore, pensando che il tenente Ristea aveva davvero fatto un ottimo lavoro con quel programma. Era tutto perfetto.
“A proposito…” disse aprendo gli occhi di scatto.
Astir cominciò a sudare. “Quando vieni a mettermi in ordine l’alloggio?”
Lui appoggiò la fronte al tavolo “Sono rovinato.” la voce era un gemito desolato “ma non hai pietà di un povero betazoide?” rialzò la testa, fissandola “te l’ho messo in ordine quattro giorni fa, non dirmi che ….”
“Sembra scoppiata una bomba lì dentro. Forse sarebbe meglio fare anche una scansione ambientale… Sento dei rumori di notte…” gli sussurrò.
Risero entrambi, mentre un cameriere dall’aria galeotta gli metteva due intrugli di colore indefinito sul tavolo, poi l’espressione di Astir divenne seria “Cosa ne pensi di questa strana missione?”
Lei si morsicò un labbro, scostando una ciocca di capelli rossi che erano scivolati sul viso “Non lo so, certo è che avere un Ammiraglio a bordo non è mai un buon segno…”
Lui annuì “Pensavo che avessi qualche informazione in più lavorando ai piani alti…”
Lei scosse la testa “Ne so tanto quanto te...” fece spallucce “ non sono invitata alle loro riunioni, sono solo un sottotenente, ma posso dirti che ne hanno fatta una e, dalle facce che ho visto dopo, non deve essere stata esattamente piacevole…”
“Comunque credo che sapremo qualcosa molto presto… siamo entrati nel sistema Lorillia, per cui…”
Due colpi improvvisi e in rapida successione li fecero cadere dalla sedia.
Astir fu il primo a rimettersi in piedi e l’aiutò a rialzarsi “Questo non è un problema agli smorzatori… Computer, chiudi programma.”
Una manciata di secondi dopo erano fuori “Vado in plancia…” gli disse Alix mente si infilava in un turboascensore.
Lui annuì, sfiorandole il viso “Se è un attacco non vorrei nessun altro al timone.”
E proprio in quel momento un terzo colpo fece vibrare la nave.
*** USS Wayfarer, Plancia, D.T. 07/10/2386 ore 19:12 ~ D.S. 63853.8 ***
Hill si rimise subito agli strumenti nel disperato tentativo di riattivare il sistema di difesa e fare partire una controffensiva verso la nave Romulana… ma quello che vide sugli strumenti lo lasciò senza parole..
“Capitano! Capitano! Non è stato il Falco Romulano ad attaccarci; i colpi provenivano dalle nostre spalle, certamente da una o più navi in occultamento” disse Hill “.. e c’è di più, anche il Falco è stato colpito… forse ha subito addirittura più danni di quelli riportati dalla nostra nave…”
Kiron fece per rispondere, ma in plancia arrivò Alix “Posso prendere il mio posto signore?” disse fermandosi a guardarlo.
“Stavo per chiamarla…” le rispose serio “ e cerchi di non farci colpire una quarta volta…”
Pochi istanti dopo Alix era al suo posto, con le sopracciglia aggrottate e l’aria granitica.
Pensò, del tutto irrazionalmente, di calibrare i sensori a medio raggio (grazie a Dio funzionavano ancora) con varie bande, alla ricerca di qualsiasi cosa, quando vide una piccola variazione sulla griglia e decise una virata a destra seguendo solamente l'istinto.
Kiron e il resto della plancia furono veloci ad aggrapparsi a qualcosa, compreso l’Ammiraglio.
“Scusate…” disse mentre il quarto colpo passava vicinissimo alla Wayfarer senza colpirla. “ Non ho fatto in tempo ad avvertirvi e gli smorzatori inerziali non sembrano troppo in forma… Signor T’vol…ho notato poco prima del colpo una piccola variazione di energia sui sensori a medio raggio…”
“Sì…” rispose l’ufficiale scientifico lavorando velocemente sulla console “provo a stabilizzare il segnale su quel flusso di energia… Forse riusciremo a prevedere di qualche istante la traiettoria dei colpi e potremmo trovare anche la fonte…”
“Dobbiamo proteggere la nave Romulana. È indispensabile.” disse intromettendosi Rusca posizionandosi al fianco di Kiron.
“Il mio primo dovere è quello di proteggere i miei uomini e la mia nave.” gli rispose il Capitano girandosi lentamente a guardarlo. Il tono era minaccioso, simile al rombo di una tempesta in lontananza che si avvicina calma ma implacabile.
Si affrontarono qualche secondo, un tempo che sembrava scivolare lento come l’olio.
“Un altro colpo!” disse Hill improvvisamente.
“L’ho visto…” sussurrò lei “…TENETEVI!”
La nave sembrò ondeggiare pericolosamente, poi si rimise in rotta.
Alix avvertì una leggera nausea e non osò immaginare come si sentisse il resto dell’equipaggio.
Li aveva appena omaggiati della sua manovra denominata da Astir ‘Gaak sullo stomaco’.
“Questa è una sua priorità Capitano, non la mia” gli rispose l’ammiraglio drizzando le spalle e riprendendo il discorso.
“Capitano…”Alix si girò a guardarlo, spezzando per un istante la sfida silenziosa “…possiamo agganciare la nave Romulana con il raggio traente se funziona… Mi basterebbe qualche secondo in più di preavviso per riuscire a manovrare la Wayfarer anche con un peso supplementare…”
Kiron strinse leggermente gli occhi scuri.
Alix sentì lo stomaco annodarsi.
Sapeva che era pericoloso, in più non era esattamente quello che il suo Capitano voleva probabilmente, ma era davvero sicura di poterlo fare.
La domanda ora era… Kiron si sarebbe fidato di lei?
Represse l’istinto di arricciare il naso e socchiudere gli occhi.
Forse, se si fosse messa a ridere dicendo “Dai ragazzi stavo scherzando!” lui avrebbe smesso di guardarla in quel modo così rigoroso.
Tentava di spaventarla? Valutarla?
“Signor T’Vol…” disse senza smettere di fissarla “ pensa di riuscire a farci avere più tempo?”
L’ufficiale scientifico non rispose subito, ma poi “Sì Capitano…ho bisogno di qualche minuto…”
Kiron si girò verso Rusca “Nel frattempo speriamo non sparino addosso ai nostri nuovi protetti.” nella sua voce nessuna emozione, nemmeno una nota ironica.
L’Ammiraglio strinse le mascelle e annuì impercettibilmente con la testa.
“Ancora niente su chi ci spara addosso?” chiese sedendosi sulla poltrona di comando. Hill accompagnò le parole con un cenno della testa “No signore.”
“Sicuramente amici allora….” si lasciò scappare Alix mentre le sue mani volavano sulla consolle facendo scansare alla nave alcuni grossi detriti.
In plancia qualcuno sorrise e anche negli occhi severi di Kiron passò un lampo veloce di divertimento, che non gli impedì, però, di riprenderla dicendo un semplice “Tenente…”
Lei si morsicò un labbro “Scusi Capitano…TENETEVI FORTE!”
Schivò un altro colpo con una manovra appena battezzata ‘Non so come ho fatto’, considerato che questa volta, il colpo, era davvero passato vicino. Troppo vicino.
“Possiamo agganciare la nave Romulana con il raggio traente” disse T’Vol dopo qualche istante “Il prossimo attacco dovremmo prevederlo con almeno cinque secondi di anticipo.”
Kiron si girò a guardarlo “Prima di agganciarla voglio avere la certezza che sia così.” disse duro.
Le mani dell’ammiraglio ebbero un guizzo irato.
T’vol annuì con la testa mentre i suoi occhi catturavano un segnale sulla console. Anche Alix l’aveva visto. Virò quasi dolcemente verso sinistra, e il colpo passò lontano.
Kiron si rivolse all‘ufficiale delle comunicazioni “È riuscita a contattare la nave Romulana?”
“Si, signore, ma la comunicazione è molto disturbata. ” rispose Xarabas.
“Gli comunichi che saranno agganciati dal nostro raggio traente e che tenteremo di proteggerli, oltre a cercare di andarcene via da qui.”
“Sì Capitano…”
“Agganciati signore…” disse Hill.
“Alix?”
“Pronta Capitano.”
La ragazza sentiva piccole goccioline di sudore formarsi dietro la nuca, all’attaccatura dei capelli, mentre fissava lo schermo grande in attesa del colpo.
Era pericoloso muoversi adesso, dovevano per forza aspettare il fuoco nemico per avere quella manciata di secondi in più e tentare di allontanarsi prima degli attacchi successivi.
Quando pilotava non amava difendersi. Lei era il cacciatore, non la preda.
Non esistevano più dolcezze o risate, solo l‘adrenalina del volo e il rumore del cuore, a scandire freneticamente il tempo.
Ora però il suo cuore batteva lento, lentissimo, e sotto l’uniforme sentiva la pelle sfrigolare fastidiosamente.
Poi sullo schermo apparve una luce e la Wayfarer fece una manovra diversiva schivando il colpo.
Sentì la tensione in plancia diminuire leggermente e quello fu l’ultimo colpo che ricevettero.
Improvvisamente com’era cominciato, tutto finì.
Almeno per il momento .
“Allontaniamoci di qui. Signor Rumar, a lei la plancia.”
E rivolgendosi all’ammiraglio:”Ammiraglio Rusca,vorrei parlarle … nel mio ufficio!”.
*** USS Wayfarer, Ufficio del Capitano ***
“Voglio sapere il vero motivo della missione. Adesso.”
L’ammiraglio Rusca sorrise sarcasticamente “Mi dispiace Capitano, non posso dirglielo.”
Kiron ricambiò il sorriso “Non stiamo trattando Ammiraglio. Mi conosce da abbastanza tempo per saperlo. Voglio essere informato del perché sto rischiando la vita dei miei uomini.”
Rusca sembrò soppesare qualche istante le parole. Aveva imparato che nemmeno la minaccia di un accusa di insubordinazione avrebbe smosso il Capitano dal voler sapere almeno qualcosa.
Quell'uomo riusciva ad essere di un’ostinazione davvero incredibile.
“Abbiamo informazioni di dissidenti all’interno della Federazione, che...” la frase fu buttata lì, quasi con non curanza “sembra stiano progettando un colpo di stato.”
Kiron alzò leggermente il mento “Un colpo di stato?”
L’ammiraglio si girò verso la vetrata, incrociando le mani dietro la schiena “Esatto!.”
Qualche istante di silenzio “Una frangia dei nostri servizi segreti ha disertato…”
Kiron strinse gli occhi avvicinandosi all’uomo che continuò “E stiamo parlando di una frangia che rappresenta l’intellighenzia spionistica dell’intera Federazione. L’elite …” continuò con una nota amara nella voce “compresi alcuni agenti romulani che lavoravano per noi. Alcuni sono sulla nave che stiamo proteggendo. Agli arresti …”
Kiron stava cominciando a vedere qualche spiraglio di luce ma l’ammiraglio sembrava avaro di parole e poteva capirlo. Era ovvio che gli stava dicendo solo il minimo indispensabile, ma già quello era sufficiente a fargli provare un moto di leggera ansia.
“Perché Lorillia?” gli chiese.
“Perché la base di questi disertori è sul pianeta di classe M…”
“Cosa c’entra la Wayfarer?” sapeva che la risposta non gli sarebbe piaciuta.
“Perché è risultata la più idonea per la missione.”
Kiron incrociò le braccia al petto tentando di dominare l’irritazione, gli sembrava di giocare al gatto con il topo o ad un gioco stupido di indovinelli.
L’ammiraglio Rusca sembrò percepire la sua irritazione e decise di togliere qualche altro velo.
La collaborazione di Kiron e di una parte dell’equipaggio era essenziale.
“Venga…” gli disse dirigendosi verso la scrivania del Capitano.
Gli fece cenno di sedersi e accedere alla console personale.
Kiron obbedì.
“Autorizzazione Rusca Gamma 12.”
Lo schermo si illuminò istantaneamente e Kiron cominciò a leggere. Qualche minuto dopo la sua espressione era indecifrabile.
“Perché non sono stato informato prima?” chiese mentre il visore diventava nero.
“Perché ho ritenuto fosse più sicuro non parlarne.”
Si alzò dalla poltrona affrontandolo “Secondo quel rapporto alcuni dei miei uomini dovranno scendere sul pianeta con una navetta in occultamento, gentilmente offerta dai nostri nuovi amici Romulani, infiltrarsi nella base e cercare di rubare i piani di questa specie di golpe…” respirò profondamente serrando le mascelle “mentre la Wayfarer farà finta di soccorrere la Slocum... sempre ammesso che ci sia ancora qualcosa da soccorrere... Ci sono persone più qualificate per questo lavoro di controspionaggio …”
“Ha ragione, ma non abbiamo idea di chi possa essersi infiltrato e a quali livelli di comando si è propagata questa infezione. Ecco perché tutta questa segretezza. Voi siete risultati… puliti.”
Kiron non riuscì a fermare le parole “Per quanto ne sapete…”
L’ammiraglio sorrise, senza calore “Ha ragione, ma non avevo scelta.”
Kiron incrociò le braccia dietro la schiena.
A quanto pare nemmeno lui ne aveva una.
Intanto in plancia Alix stava sopprimendo un brivido improvviso.
Guardò di sottecchi la porta ancora chiusa dell’ufficio del Capitano, continuando a tremare leggermente.
Sentiva odori di guai, guai grossi.
Corresse leggermente la rotta, passandosi una mano dietro la nuca indolenzita.
Le era venuta voglia di un caffè.
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Tenente Alix Eder Koburgl
Ufficiale di Rotta
USS Wayfarer NCC-62925
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